Una volta che il cuore smette di battere e di pompare il sangue nelle cellule, inizia il processo di degradazione cellulare. Se non viene interrotto, questo processo consuma le cellule fino a far rimanere solo le ossa. Esistono due tecnologie principali che possono interrompere questo processo di degradazione: la mummificazione e la criopreservazione. Sebbene abbiano scopi differenti, l’idea alla base è la stessa: la conservazione a lungo termine.
Mummificazione
La mummificazione è un’arte che è stata perfezionata nel corso dei secoli. I primi processi di mummificazione intenzionale furono realizzati dal popolo Chinchorro, nel deserto di Atacama in Cile circa 5000 a.C. Diversi secoli dopo, verso il 2600 a.C., gli antichi Egizi perfezionarono la pratica. Oltre alla mummificazione intenzionale esiste ciò che chiamiamo la mummificazione naturale. Quest’ultima si verifica quando condizioni naturali specifiche, come freddo o aridità estrema, preservano naturalmente il corpo. Nel processo di mummificazione intenzionale, la pelle e gli organi vengono preservati attraverso l’uso di sostanze specifiche naturali o chimiche. Vediamo in dettaglio come veniva eseguita la mummificazione nell’antico Egitto.
Processo di mummificazione
Il processo praticato nell’antico Egitto richiedeva settanta giorni e veniva eseguito da sacerdoti specializzati nell’imbalsamazione con una conoscenza approfondita dell’anatomia umana. La prima parte del processo prevedeva la rimozione degli organi interni, che si decompongono rapidamente. Gli organi dell’addome venivano estratti facendo un taglio di solito sul lato sinistro del corpo. Il cuore veniva lasciato al suo posto, dato che si credeva fosse la sede della personalità e dell’intelligenza. Gli organi venivano posti all’interno di recipienti posizionati poi all’interno della tomba. La procedura di estrazione del cervello era estremamente delicata: i sacerdoti inserivano dei ganci nel naso della persona deceduta, e con movimenti delicati, per non sfigurare il volto, il cervello veniva estratto pezzo per pezzo.
A questo punto, i sacerdoti dovevano rimuovere l’umidità. Per farlo, gli egizi usavano una sostanza naturale, un sale chiamato natron, con un’alta capacità di essiccazione. Il corpo della persona deceduta veniva ricoperto di sale e lasciato ‘essiccare’ per 35-40 giorni. Dopo questo lasso di tempo, la procedura era quasi completa. Il corpo veniva avvolto in bende di lino. Un corpo adulto richiedeva centinaia di metri di bende. Queste bende avevano lo scopo di tenere fuori l’umidità e di dare al corpo una forma umana. Venivano accuratamente arrotolate formando diversi strati e infine ricoperte con una resina calda. Sulle bende di lino venivano scritte delle parole rituali.
Scopo finale
La mummificazione egizia era un processo elaborato e lungo, tuttavia era considerata una necessità. Infatti, gli antichi egizi credevano nell’aldilà. Perchè l’anima del defunto potesse vivere una vita immortale nell’aldilà, si doveva preservarne il corpo. Purtroppo, il processo era molto costoso, e pochi potevano permetterselo.
Una volta che la mummia era pronta, veniva trasportata nella tomba, dove i sacerdoti eseguivano dei rituali. Uno dei rituali più importanti era la cerimonia chiamata "Apertura della bocca". Toccando diverse parti del corpo mummificato, il sacerdote le riattivava. Toccando infine la bocca, dava alla mummia la possibilità di parlare e di mangiare nell’aldilà. Nella tomba venivano lasciati diversi beni e cibi, in modo che il defunto potesse portarli con sé.
L’imbalsamazione odierna
La mummificazione non è più una pratica comune. La sua influenza può essere tuttavia vista nella pratica di imbalsamazione moderna. L’imbalsamazione è comune negli Stati Uniti e in Canada, mentre in Europa viene praticata raramente. La degradazione del corpo è rallentata attraverso l’uso di sostanze chimiche. Il sangue nel corpo viene drenato e sostituito da una sostanza solitamente a base di formalina. Questo, insieme al lavoro cosmetico, conferisce temporaneamente un aspetto simile al corpo in vita.
A differenza della mummificazione, l’imbalsamazione non ha alcuna connessione con l’aldilà, e viene comunemente usata per ritardare il funerale, ad esempio se la persona muore lontana dalla famiglia e quindi si deve trasportare il corpo. Inoltre, questa tecnica viene usata per prolungare il tempo disponibile per il lutto di una persona cara.
Ci sono due casi famosi di imbalsamazione. Il corpo dell’ex premier dell’Unione Sovietica, Vladimir Lenin, venne imbalsamato e dal 1924 è esposto nel Mausoleo di Lenin, al centro della Piazza Rossa di Mosca. Il corpo deve essere periodicamente perfuso con un conservante, dal momento che l’imbalsamazione è una tecnica temporanea. Anche Evan Perón, l’amata ex First Lady dell’Argentina, è stata imbalsamata dopo la sua morte nel 1952. Il corpo imbalsamato fu rubato e ritrovato diverse volte, fino a quando venne sepolto, 24 anni dopo la sua morte.
Crionica
La Crionica, anche conosciuta come biostasi e sviluppata negli ultimi 50 anni, fa uso di una tecnologia per preservare i corpi nella speranza di una rianimazione futura. La procedura è molto diversa dalla mummificazione o imbalsamazione, perché deve essere eseguita il più velocemente possibile dopo la morte legale, e richiede delle temperature molto basse che vanno mantenute con l’azoto liquido. Vediamo come e perché criopreservare un corpo.
Procedura di criopreservazione
Per minimizzare la degradazione del corpo, il processo di criopreservazione deve iniziare il più presto possibile dalla morte legale del paziente. Il corpo viene raffreddato per rallentare tutti i processi biologici, e il sangue viene quindi perfuso con crioprotettori. Lo scopo di queste sostanze è quello di ridurre i danni causati dalla formazione dei cristalli di ghiaccio nel corpo. Infatti, una volta che il corpo si raffredda, l’acqua nel sangue si trasforma in cristalli dai bordi taglienti. I crioprotettori riducono la concentrazione di acqua nel sangue e la temperatura di congelamento, riducendo quindi i danni. Questo processo viene chiamato vetrificazione.
Il corpo del paziente viene successivamente trasportato presso un centro di conservazione a lungo termine e raffreddato fino a raggiungere una temperatura di -196°C. Il processo richiede di solito alcuni giorni. Una volta che il corpo raggiunge la temperatura desiderata, viene trasferito in un dewar per la conservazione criogenica ripieno di azoto liquido. In questo stato, il corpo può essere preservato a tempo indefinito.
Se vuoi informazioni più dettagliate al riguardo, leggi qui come avviene la procedura.
Scopo finale
La mummificazione preserva il corpo per l’aldilà. La criopreservazione preserva il corpo per prolungare la vita nel futuro. L’obiettivo finale è infatti la rianimazione.
È possibile rianimare un corpo? Non ancora. In futuro, se e quando la tecnologia medica sarà in grado di curare la causa del decesso, i pazienti criopreservati potranno possibilmente essere curati e rianimati. Non sappiamo ancora quando questo sarà possibile, perché la tecnologia per eseguire la rianimazione non esiste ancora. Ma, avendo a disposizione una quantità illimitata di tempo, siamo sicuri che alla fine sarà possibile.
Conclusione
Sebbene la mummificazione e la criopreservazione possano avere alcuni aspetti in comune, sono due cose molto differenti. La prima è una tecnica di sepoltura legata ad una credenza religiosa. La criopreservazione, d’altra parte, è potenzialmente una tecnologia futura salvavita. Se in futuro sarà possibile rianimare le persone, si potranno curare le malattie che hanno causato la morte e dare ai pazienti la possibilità di vivere per diversi anni in più. A Tomorrow Biostasis stiamo facendo del nostro meglio per aumentare le possibilità di successo! Diffondendo la consapevolezza e accrescendo la nostra comunità, stiamo attivamente supportando lo sviluppo della biostasi.
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